La guerra del soldato Pavel Filatyev.

Qui non puoi più dire la verità e quello che pensi, qui non puoi difendere i tuoi diritti legali, puoi solo andare alla guerra per morire per il bene di obiettivi non indicati o sopravvivere e sopportare per il bene del felice futuro del paese, che costantemente scappa da noi, per qualche ragione, sempre più lontano.
Il Guardian riporta una lunga intervista ad un veterano russo, un paracadutista mandato al fronte in Ucraina.
Essendo stato ferito, è tornato dal fronte, ma non ha potuto tacere quello che ha visto, e per raccontarlo ha pubblicato un memoriale e poi è fuggito dalla Russia.
Il Guardian ha potuto verificare l’identità del soldato, l’effettiva appartenenza al corpo che ha indicato e i dettagli del suo ricovero in ospedale, il che perlomeno ci rassicura sull’identità della fonte del memoriale.
Qui sotto trovate la traduzione automatica del memoriale stesso che ho fatto usando Goggle a partire dal documento in lingua originale.
Al netto degli errori e delle storture della traduzione automatica, credo non ci sia mezzo migliore per capire.