Il rosso e il nero.

Vi siete mai chiesti come mai la luce del semaforo che segnala l’arresto sia rossa? O perché per segnalare pericolo e richiedere attenzione si usano universalmente accostamenti come giallo/nero e rosso/nero?
Ci penso spesso, durante le mie passeggiate mattutine nelle campagne intorno casa. Spesso accade di incontrare qualche organismo particolarmente vistoso, con dei colori così brillanti da far pensare ad una livrea ricca di significato per chi possa interpretarla, un po’ come le uniformi di gala dei militari, dei servitori delle casate nobiliari di una volta o dei pagliacci. Ne ho trovato un esempio in un piccolo insetto, un omottero del gruppo delle sputacchine chiamato Cercopis vulnerata, che vedete in foto: una magnifica livrea rossa su sfondo nero colpisce l’osservatore a distanza di metri, nonostante le piccole dimensioni del suo possessore. Rosso e nero, come nella composizione richiamata nella domanda iniziale: ma questi colori vogliono comunicare qualcosa anche al di fuori della società umana? In effetti è proprio così: i colori estrosi e la loro composizione in appariscenti combinazione a contrasto sono proprio uno dei modi frequenti in cui gli organismi viventi lanciano alcuni messaggi di base, con una forza tale che essi sono ben interpretabili anche da individui di specie diverse.
In particolare, uno dei messaggi più frequentemente associati a certe livree molto brillanti è semplice: significa pericolo, non toccarmi e, soprattutto, non mangiarmi, ed è rivolto ad ogni possibile predatore dotato di occhi. Il fenomeno è detto aposematismo, ed i colori usati speso in combinazioni dal forte contrasto sono proprio gli stessi che richiamavo in apertura: giallo o rosso in particolare, spesso proprio nelle stesse combinazioni che usiamo noi – giallo e nero o rosso e nero – come si nota nella foto in alto.
Cercopis vulnerata non fa infatti eccezione: la sua livrea rossa e nera significa infatti proprio qualcosa che potremmo tradurre come “io sono quell’insetto pessimo da mangiare che faresti bene ad evitare”. Se un predatore ignora il messaggio visivo, una volta avvicinatosi a sufficienza vi è un secondo segnale che dovrebbe spingerlo ad arrestarsi: un pungente odore irritante, conferito da un particolare composto chimico del gruppo delle metossipirazine, che sono guarda caso composti irritanti presenti nei peperoncini: la 2-sec-butyl-3-metossi-pirazina, la cui formula è riportata qui sotto.
Questa molecola, identificata per la prima volta nel simpatico insettino in foto negli anni ’90 del secolo scorso, ha come tutte le pirazine alcune proprietà molto interessanti dal punto di vista del suo utilizzo come segnale odoroso, che hanno portato alla selezione pressoché universale di questo tipo di composti.
Un attributo essenziale del segnale di allerta è che deve funzionare a distanza, per quanto piccola, dalla sorgente: le pirazine, emesse come segnale di avvertimento per esempio dalle coccinelle (ancora rosse e nere!), possono scoraggiare i predatori anche all’ultimo minuto, da pochi millimetri di distanza.
Le pirazine possiedono un’altra qualità che può rivelarsi comune ad altri segnali di allerta odorosi: il loro odore è estremamente persistente, perchè la struttura chimica corrispondente è molto resistente alla degradazione termica e all’attacco chimico.
Non solo: il loro odore è anche evocativo. Non sappiamo ancora come si produca il vivido ricordo di eventi passati associati ad un certo odore, ma è stato dimostrato per esempio nel topo che l’odore delle pirazine potenzia l’apprendimento. È evidente che qualsiasi secrezione che crei memorie persistenti o migliori il ricordo dell’insieme aposematico (colore e odore del nostro insetto, per esempio) è di grande beneficio per la potenziale preda, ma aiuta anche il predatore vertebrato a diventare rapidamente esperto, distogliendolo da comportamenti improduttivi o potenzialmente dannosi.
Naturalmente, perchè il tutto funzioni, alla fine è necessario che un predatore che decida di ignorare gli sperimenti qualcosa di sgradevole – così che la memoria negativa sia formata negli individui non esperti.
E qui arriviamo all’ultima, interessante proprietà delle pirazine: come potete notare dalla scheda tecnica di quella secreta da Cercopis vulnerata, si tratta di composti che sono irritanti. Odore pungente di allerta, cui segue poi un sapore aggressivo: non è un caso che l’olfatto spesso anticipa e forma il gusto, ed è così che ben presto i predatori incauti imparano ad evitare ciò che è troppo colorato e emana uno strano odore.
Così come nel campo visivo il colore rosso, o strisce chiare e scure contrastanti, è usato come segnale di avvertimento dagli animali in tutti i principali gruppi viventi, senza barriere o vincoli geografici o ecologici a questa manifestazione, nel campo dell’olfatto si ritrova lo stesso tipo di odore utilizzato più e più volte come segnale di allerta: quello delle pirazine, prodotte da svariatissimi insetti e piante, con una distribuzione mondiale.
Buona passeggiata a tutti, fino al prossimo, coloratissimo insetto – o al prossimo semaforo.
POST SCRIPTUM:
Cercopis vulnerata è risultata essere un potenziale vettore di Xylella fastidiosa, come molte delle sputacchine sue consimili. E così, abbiamo associato un nuovo significato di pericolo alla sua splendida livrea rossa e nera; per fortuna, non si tratta di un rischio elevatissimo, visto che questa specie finora non è mai risultata infetta e sembra legata esclusivamente alle piante erbacee.