La scienza, nonostante gli scienziati

La scienza, nonostante gli scienziati

Nonostante frodi, manipolazioni, comportamenti immorali e non etici da parte di singoli o di interi gruppi di ricerca, il sapere scientifico si accumula, si corregge e continua a migliorare la nostra vita. Perchè la scienza è molto di più degli scienziati, e ad essi sopravvive, nonostante tutto.

Tuttavia, come ha ricordato ieri Elena Cattaneo, tutti i ricercatori hanno il dovere di onorare un patto preciso stretto con i cittadini (e con i loro colleghi, come affermato da Monod – etica della conoscienza scientifica) : quello di esporre i propri risultati con trasparenza e – aggiungo io – quello di correggere i propri errori e non tollerare le manipolazioni, quando ne incontrano una.

Questo ultimo punto è particolarmente ignorato, ed umanamente posso comprendere: è faticoso litigare con il collega, il proprio postdoc, il proprio capo laboratorio per correggere un errore, figuriamoci per bloccare una frode.

Inoltre, si ha spesso paura di produrre un danno, anzichè un beneficio, perchè correzione e ritrattazione di articoli scientifici sono vissuti come una macchia da chiunque e perchè i fuffologi e gli pseudoscienziati sono in attesa di rivalsa.

Eppure, noi non dobbiamo tollerare le frodi, e neppure gli errori in piena luce: bisogna agire per correggere, ripulire, riparare, perchè questa è una delle cose che distingue la scienza dalle credenze immotivate.

Il caso degli studiosi di Milano – tra cui alcuni dei massimi ricercatori biomedici Italiani – non è che un esempio di quello che succede quando non è salda la cultura della correzione della propria produzione scientifica (o di quella dei propri collaboratori). Si difende l’indifendibile, invece di dedicarsi a capire dove sia il problema e a rettificare (eventualmente identificando le responsabilità personali, in modo da prevenire incidenti futuri); ci si rifugia nell’idea che in ogni caso si sono dati contributi così importanti alla ricerca, che le contestazioni impallidiscono a confronto; si pensa che in ogni caso la propria tesi è vera, al di là dei problemi in qualche articolo, perchè è stata poi supportata da montagne di altri esperimenti e risultati.

Nulla di più sbagliato e contrario al metodo scientifico. Anche se si possono comprendere i bias cognitivi che portano a fare certe scelte, è importante sapere che la comunità, nel suo insieme, vigila – altrimenti mai e poi mai immagini manipolate o dati artefatti sarebbero stati scoperti.

Un’altra questione riguarda poi il modo in cui si decide dell’assegnazione di fondi per la ricerca e della prosecuzione del finanziamento in AIRC.

Anni fa, questa associazione fu travolta dallo scandalo del caso Fusco. In particolare, oltre ad una sostanziale cecità nei confronti dei dati manipolati, si scoprì che negli organi dell’associazione erano presenti moltissimi di quelli che poi ricevevano i fondi, tra cui lo stesso Fusco, con tutte le sue pubblicazioni problematiche, oggi ormai almeno in parte ritrattate per manipolazione dei dati.

Cosa ha fatto AIRC dopo quel caso?

Se oggi guardiamo per esempio alla composizione del comitato tecnico scientifico, troviamo Francesca Carlomagno – una delle più strette collaboratrici di Fusco, coautrice di un lavoro recentemente ritrattato per dati manipolati e di una sfilza di altri lavori con dati problematici (https://pubpeer.com/search?q=%22francesca+carlomagno%22).

Oppure possiamo anche chiederci come mai, nello stesso comitato AIRC, sieda anche Silvia Soddu, anche lei coautrice di Fusco in ben quattro articoli ritrattati per manipolazione di dati nonchè plurisegnalata per problemi nei propri lavori (https://pubpeer.com/search?q=%22silvia+soddu%22).

Si potrebbe continuare ad elencare ricercatori che siedono negli organi AIRC e hanno lavori problematici (per esempio Gabriella Sozzi, https://pubpeer.com/search?q=%22gabriella+sozzi%22 e altri), ma lascio questo lavoro all’arguto lettore.

Io non riesco a comprendere come è possibile che, sulla scorta delle lezioni passate, in AIRC non si siano approntate misure correttive, atte a fare in modo che l’obolo pietoso dei tanti donatori non finisse in cattiva scienza o -peggio – in frodi.

Un punto però è chiaro: non possiamo lasciare alla magistratura, che in Italia non ha armi nè ruolo, il compito di correggere la scienza e punire chi manipola i dati.

E’ la comunità scientifica che deve intervenire, in questo caso acclarando i fatti e poi, se del caso, correggendo e punendo i responsabili.

E ad AIRC, come ha già fatto Sylvie Coyaud, suggerisco di guardare con più attenzione a conflitti di interessi e qualità della ricerca prodotta, dotandosi di meccanismi migliori per garantire l’integrità della ricerca scientifica che finanzia – magari guardando a Telethon.

Enrico Bucci

Data lover, Science passionate, Fraud buster (when lucky...)

4 pensieri su “La scienza, nonostante gli scienziati

  1. Come ricercatore sono amareggiato da queste notizie, ma non sorpreso.

    Purtroppo specie in Italia ma non solo da noi, il ruolo del ricercatore e’ divenuto piu’ quello del politico che quello dello scienziato, e si sa che politica e verita’ sono quasi agli antipodi.

    Il nocciolo del problema e’ tutto qui.

    Carlo Gambacorti

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