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L’elefante nella stanza di un onesto osteopata

Fra i professionisti che radicano il proprio agire in teorie pseudoscientifiche, è raro ritrovare l’onestà di ammettere di fronte alle prove della mancanza di efficacia e ai vaneggiamenti teorici della propria disciplina che forse la propria disciplina è da riformare o accantonare.

Gli osteopati, però probabilmente fanno eccezione. In una delle principali riviste scientifiche, sono state più volte pubblicate le prove della mancanza di efficacia di determinati tipi di manipolazione, molto in voga tra i praticanti della disciplina. Questo ha portato un importante esponente della disciplina, il Dottore in Osteopatia (DO) e professore di Medicina di Emergenza presso l’Università del Nevada Bryan E. Bledsoe, a scrivere una lettera in cui ha portato “dall’interno” in piazza il problema vero della formazione pseudoscientifica dei medici omeopati, sdoppiati tra credenze obsolete e medicina moderna (come abbiamo scritto Salvo Di Grazia ed io sul Foglio).

Ho tradotto per voi questa lettera pubblicata nel 2004 sul più importante e antico giornale degli osteopati americani (Journal of American Osteopathic Association).

Ecco il testo.


L’elefante nella stanza: il trattamento manipolativo osteopatico (OMT) ha benefici dimostrati?

All’editore:

Vorrei congratularmi con John C. Licciardone, DO, MS, et al per il loro ulteriore studio di alta qualità ““A Randomized Controlled Trial of Osteopathic Manipulative Treatment Following Knee or Hip Arthroplasty,” (J Am Osteopath Assoc. 2004; 104: 193-202). I risultati di questo trial randomizzato indicano che la OMT nel contesto postoperatorio della chirurgia artroplastica del ginocchio è inefficace. Inoltre, per un parametro di outcome, l’OMT di fatto è risultata diminuire l’efficienza riabilitativa.

Questo studio è un contributo importante alla base di conoscenza della medicina osteopatica. Esso porta a conclusioni simili a quelli del precedente studio del dottor Licciardone e colleghi che ha mostrato l’assenza di vantaggio aggiuntivo della OMT rispetto al trattamento sham per la lombalgia cronica.[1]

Lo studio precedente, pure esso un trial randomizzato, è stato pubblicato in un giornale preminentemente dedicato alla medicina allopatica e non è stato apertamente discusso nella letteratura medica di ambito osteopatico.

Nell’ultimo paragrafo del suo articolo, il dott. Licciardone e colleghi affermano ciò che molti medici osteopatici ormai credono: i pazienti sani traggono maggiori benefici dalla OMT di coloro che sono malati o feriti. Questo sembra intuitivo e supporta l’ipotesi che OMT abbia un effetto minimo. Questo effetto può essere tutto ciò che è necessario per le persone che sono in salute; le persone con lesioni o i malati, tuttavia, non hanno la stessa probabilità di ricevere alcun significativo beneficio dall’OMT. Inoltre, si potrebbe sostenere che quando la OMT ha un effetto, è poco più del classico effetto placebo. Offre certamente qualche effetto Pigmalione; che tuttavia si manifesta ogni qualvolta una convinzione tenace diventa realtà percepita.

Ciò pone la questione del perché i membri della professione medica osteopatica continuino ad insegnare un sistema di assistenza sanitaria obsoleto e inefficace agli studenti laureandi di medicina osteopatica.

È importante che gli studenti di medicina osteopatica conoscano la storia della osteopatia medica e le idee che AT Still, MD, DO, professò. Tuttavia, egli visse in un’era ancora preantibiotica e prechirurgica. Le sue scoperte, sebbene importanti a quel tempo, sono oggi di interesse poco più che storico. Egli fece il meglio con quello che aveva a disposizione. Allo stesso modo, terapeuti come Christian Friedrich Samuel Hahnemann, MD, fondatore dell’omeopatia, ha fatto il meglio con quello che aveva a disposizione. Ma sotto il controllo del metodo scientifico moderno, pratiche antiquate come l’omeopatia e la magnetoterapia sono state messe da parte.[2] Sembra proprio che l’OMT sia da abbandonarsi e debba seguire l’omeopatia, la magnetoterapia, la chiropratica e altre pratiche obsolete nelle pagine di storia della medicina.

Come studente universitario, ho ricevuto un’eccellente educazione medica e sono orgoglioso di essere un DO, ma non posso continuare a supportare un sistema di assistenza sanitaria antiquato che si basa su aneddotica o, in alcuni casi, pseudoscienza. Quando ero uno studente di medicina, mi hanno insegnato ad analizzare criticamente problemi e a praticare la medicina basata sull’evidenza. Quando arrivammo ai corsi di principi e pratica dell’osteopatia, tuttavia, fu chiesto a me ed ai miei colleghi di mettere da parte le nostre capacità critiche e le nostre competenze mediche basate sull’evidenza ed accettare i principi della OMT per fede. Quando abbiamo messo in discussione pratiche esoteriche quali la terapia craniosacrale e la terapia del campo energetico, ci hanno detto che “dovevamo credere”. Allo stesso modo, quando meno del 5% della classe “sentì” il ritmo cranio-sacrale, il resto fu deriso per la sua mancanza di fede – fino a minacciarne l’espulsione dalla scuola di medicina. Quando ci lamentammo che alcuni studenti usavano gli accendini elettrici dei barbecue per stimolare invisibili “campi energetici”, ci dissero che con il tempo saremmo arrivati a capire ed a credere.

Nella scuola di medicina osteopatica, i corsi sulla OMT erano così radicati nella storia, nella tradizione e nell’aneddotica che una domanda inclusa nell’esame finale chiedeva il nome della mascotte della American School of Ostepathy nel 1906, una domanda chiaramente senza alcuna rilevanza clinica. Quando io ed i miei compagni di classe chiedemmo delucidazioni sulla scienza dietro l’OMT, ci fornirono copie di studi che erano poco più che dichiarazioni di fede pubblicate nel Journal of the American Osteopathic Association vecchi di oltre 50 anni. Come scrisse Mark Twain nel suo libro, Seguendo l’equatore, “La fede è credere in ciò che tu sai non essere vero”.

Come può la professione del medico specialista in osteopatia cercare deliberatamente i migliori laureati nei college, per farli diventare medici osteopatici,

e allo stesso tempo, chiedere a quegli studenti di credere e praticare modalità terapeutiche che hanno poco o nessun effetto provato? E parimenti, come possono i medici osteopatici, mantenendo una faccia seria, chiedere a quegli studenti di credere che le ossa fuse del cranio si muovano secondo un ritmo magico che i ricercatori mainstream non hanno mai potuto documentare? [3],[4],[5],[6] (Forse i risultati di questi ricercatori sarebbero diversi se essi avessero “fede”).

Come possiamo chiedere agli studenti di credere che il corpo abbia un campo di energia che non può essere visto o misurato obiettivamente o chiedere a quegli stessi studenti di credere che procurare il rilascio miofasciale renderà i tessuti capaci di “ricordare” il trauma che ha causato la loro ferita? Questo è quello che ci hanno

insegnato; non aveva senso allora e ora ha ancora meno senso.

Pertanto, esprimo le mie congratulazioni al dott. Licciardone e ai suoi colleghi. Io spero che essi continuino a chiedere e a rispondere alle domande difficili. La medicina osteopatica testimonierà di essere professionale se risponderà all’accumulo di prove scientifiche e modificherà le sue pratiche di conseguenza invece di ritornare ad essere semplicemente un atto di fede. La medicina osteopatica ha trovato una nicchia nella moderna medicina, non come una specialità medica che pratica l’OMT, ma come specialità che produce ben addestrati medici. Il futuro della medicina osteopatica è brillante. Ma il futuro è nel continuo laurearsi di medici competenti e umani, e non nello storico dogma della OMT.

Bryan E. Bledsoe, DO, FACEP

Midlothian, Texas


[1] Licciardone JC, Stoll ST, Fulda KG, Russo DP, Siu J, Winn W, et al.  Spine. 2003; 28: 1355-1362

[2] Fishbein M. The Rise and Fall of Homeopathy. Disponibile su: http://www.homeowatch.org. Accessed 11 October 2004.

[3] Moran RW, Gibbons P. J Manipulative Physiol Ther . 2001; 24: 183-190.

[4] Verde C, Martin CW, Bassett K, Kazanjian A. Complemento Ther Med . 1999; 7: 201-207.

[5] Rogers JS, Witt PL, Gross MT, Hacke JD, Genova Phys Ther . 1998; 78: 1175-1185.

[6] Rogers JS, Witt PL. J Orthop Sports Phys Ther . 1997; 26: 95-103.

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