Numeri che contano.

Numeri che contano.

Durante un’epidemia, un numero in particolare conta moltissimo: si chiama tasso netto di riproduzione, e si indica con R0 (in inglese, basic reproduction number).
È il numero di individui che, in media, sono contagiati da un singolo paziente infetto.
Si capisce quindi subito che, più è alto R0, peggiore sarà l’epidemia, in termini di individui totali infettati e di rapidità di propagazione del virus.

Ma cosa possiamo fare per diminuire R0?

Vediamolo insieme. Chiamiamo B il numero di contatti giornalieri di un individuo infetto che portano a nuovi contagi e C il periodo di tempo medio (in giorni) durante il quale un individuo infetto è contagioso.
Per definizione, si ha:

R0 = B X C

Cioè il numero medio di individui contagiati da un paziente infetto è pari al numero medio di contatti infettivi al giorno per il numero di giorni in cui il paziente è infettivo.
A questo punto, è facile comprendere che, per diminuire R0, e quindi rallentare o bloccare l’epidemia, dobbiamo:
1. diminuire B, cioè diminuire il numero di contatti giornalieri di ogni individuo potenzialmente infettivo
2. diminuire C, cioè diminuire il numero di giorni in cui un individuo infetto può contagiare altri

Il primo punto implica la quarantena di tutti coloro che siano potenzialmente infetti. Se “potenzialmente infetti” equivale a sintomatici, di tutti coloro che manifestano sintomi compatibili con l’infezione; se invece, come nel caso del coronavirus SARS-Cov2 si ha il sospetto che anche individui asintomatici possano essere portatori del virus e contagiosi, allora non resta che la quarantena su base geografica e di vicinanza ad individui certamente contagiati. La quarantena agisce sul numero di contatti; per diminuire B, cioè il numero di contatti giornalieri che portano a contagio, possiamo anche rendere più difficile un “contatto efficace” da parte del virus, seguendo quelle poche indicazioni che ministero e OMS hanno dato (starnutire nell’incavo del gomito, lavare accuratamente le mani eccetera), utilizzando presidi sanitari quali le mascherine (per i soggetti potenzialmente infetti) e di protezione per gli operatori sanitari o comunque implicati nel contenimento (tute e mascherine).

Il secondo punto implica l’isolamento stretto dei pazienti infetti (e quindi certamente contagiosi); ovviamente, poiché raramente li si isolerà fin dal primo giorno della loro contagiosità, è possibile solo diminuire C, mai azzerarla completamente.
Agire su B e su C, cioè usare in modo appropriato i presidi sanitari e seguire le avvertenze OMS, ma soprattutto attuare quarantena e isolamento, può portare il valore di R0, cioè il numero medio di individui contagiati da ogni soggetto infetto, al di sotto di 1; il che, anche se non con effetto immediato, azzera l’epidemia.

Panico, disordine, cattiva coordinazione e scarsa collaborazione dei cittadini sono tutti elementi che, invece, portano ad aumentare in particolare il numero B; le persone, quando hanno paura, attuano infatti comportamenti di accaparramento (diminuendo per esempio la disponibilità dei presidi sanitari laddove servirebbero) e, se le misure di contenimento non sono attuate in maniera controllata ed ordinata, tendono ad avere maggiori contatti tra loro di quanto si dovrebbe (soprattutto tra familiari, ma anche per procurarsi il necessario in assenza di piani ed indicazioni chiare).

Fiducia nelle nostre istituzioni, nei medici e nel sistema sanitario nazionale aiutano a coordinare le misure necessarie, e dunque a diminuire efficacemente B e C.

Conoscere R0, B e C aiuta a capire la ragione delle misure di contenimento e delle restrizioni imposte, a ragionare con calma e ad organizzare sul territorio ciò che serve in maniera ottimale.
È tutto qui, nella semplicità di due numeri, il segreto per contrastare un virus per il quale non si dispone ancora di farmaci o vaccini.

Enrico Bucci

Data lover, Science passionate, Fraud buster (when lucky...)

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